il mio pensiero su Arcosanti.

Arcosanti_ è un fiore cresciuto nel più arido dei climi, non solo perché sorge nell'ostile deserto dell'Arizona, ma sopratutto perché ci troviamo da troppo tempo in una condizione socio-politica sterile per accogliere un'ipotesi di redirezionamento così radicale del nostro modo di vivere.
Arcosanti è il prototipo di un organismo che prende l'uomo come parte integrante della sua evoluzione. 
Non si tratta di un progetto compiuto, ma di uno strumento pronto ad essere utilizzato in condizioni geopolitiche più favorevoli; in una società non individualistica, dove l'individuo è votato all'interazione con la comunità. 
Questa città mira a stabilire un rapporto con i propri a abitanti e utenti per diventare lo strumento di formazione di nuove civiltà.
Un esperimento che ha conservato l'accezione di utopia soltanto nella menti di chi, negli anni '70, non credeva nella visione rivoluzionaria di questo grande maestro dell'architettura.
Paolo Soleri ha sempre considerato questo progetto concreto e realizzabile. Lui stesso ha sempre scartato l'idea di utopia come 'un errore intellettuale di proporzioni mostruose'. 
L'utopia, secondo Soleri, è frutto di un gruppo di cervelli che hanno deciso, e con coscienza del tutto, hanno definito un insieme isolato di perfezione; Arcosanti quindi non rientra in questa definizione.
Quello di cui hanno bisogno le idee dell'architetto Paolo Soleri è, invece, di una massa critica di abitanti che scelgono insieme una direzione ECOSOSTENIBILE in mondo, oggigiorno, insostenibile.

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